I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono requisiti ambientali per gli acquisti pubblici italiani, definiti per promuovere soluzioni, prodotti e servizi sostenibili. Definiti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), i CAM promuovono l’economia circolare e un utilizzo più responsabile delle risorse, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale degli acquisti pubblici.
In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa sono i CAM, i settori di applicazione e il loro quadro normativo. Esamineremo inoltre i benefici derivanti dalla loro adozione e le principali sfide da affrontare per una loro efficace implementazione, con un focus particolare sul settore delle costruzioni.
A sostegno della Green Economy
L’Unione Europea ha delineato tre principali linee d’azione per promuovere la Green Economy e incentivare pratiche sostenibili:
- Green Public Procurement (GPP): mira a rafforzare l’integrazione dei CAM negli acquisti pubblici, affinché le amministrazioni adottino un approccio sostenibile in tutte le fasi del processo di approvvigionamento contribuendo agli obiettivi europei su efficienza delle risorse ed Economia Circolare;
- Impronta Ambientale di Prodotto: introduce uno schema volontario per la valutazione e comunicazione dell’impatto ambientale dei prodotti, in conformità con la Raccomandazione 2013/179/CE, per migliorare la trasparenza e promuovere scelte di consumo più consapevoli;
- Certificazioni Ambientali Volontarie: offrono vantaggi competitivi alle imprese che adottano standard di sostenibilità riconosciuti, incentivando pratiche produttive ecologiche e l’innovazione nel settore.
Gli obiettivi del GPP
Il Piano d’Azione Nazionale per il Green Public Procurement (PAN GPP) fornisce un quadro generale sul GPP, definisce degli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa sulle quali definire i CAM. I principali obiettivi del GPP si riferiscono a tre grandi categorie:
- Pubblica Amministrazione (PA):
- Miglioramento dell’immagine della PA
- Accrescimento delle competenze degli acquirenti pubblici
- Integrazione delle considerazioni ambientali nelle politiche dell’ente
- Razionalizzazione della spesa pubblica
- Imprese:
- Miglioramento della competitività
- Stimolo all’innovazione
- Tutela della competitività
- Ambiente:
- Riduzione degli impatti ambientali
- Diffusione di modelli di consumo e di acquisto sostenibili
Cosa sono e a cosa servono i CAM?
I CAM sono requisiti ambientali stabiliti per le diverse fasi del processo di acquisto pubblico. Il loro scopo è individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio con il miglior profilo ambientale lungo l’intero ciclo di vita, tenendo conto della disponibilità di mercato. La loro applicazione sistematica ed omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e produce un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi a investire in innovazione e buone pratiche per rispondere alle richieste della pubblica amministrazione in tema di acquisti sostenibili.
Questi criteri, definiti dal MASE, sono obbligatori negli appalti pubblici e influenzano specifiche tecniche, clausole contrattuali e criteri di aggiudicazione. I CAM si applicano a diversi settori, tra cui edilizia, arredi, illuminazione, gestione dei rifiuti, ristorazione e veicoli. Il loro aggiornamento periodico garantisce un allineamento costante con le normative ambientali e le evoluzioni del mercato, favorendo pratiche di acquisto più responsabili e sostenibili.
In Italia, l’efficacia dei CAM è stata assicurata grazie alle previsioni contenute nel Codice dei contratti. Infatti, l’articolo 57 comma 2 del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, prevede l’obbligo di applicazione, per l’intero valore dell’importo della gara, delle “specifiche tecniche” e delle “clausole contrattuali”, contenute nei CAM. Lo stesso comma prevede che si debba tener conto dei CAM anche per la definizione dei “criteri di aggiudicazione dell’appalto” di cui all’art. 108, commi 4 e 5, del Codice.
Quali sono gli obiettivi dei CAM?
Gli obiettivi principali dei CAM sono allineati con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile e comprendono:
- Ridurre l’impatto ambientale di prodotti e servizi: l’adozione dei CAM permette di abbattere le emissioni di CO2, ridurre il consumo di energia e materie prime e minimizzare la produzione di rifiuti;
- Promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili e circolari: favorire l’uso di materiali riciclati e la gestione efficiente delle risorse garantisce un minore sfruttamento delle materie prime;
- Incentivare l’utilizzo di risorse secondarie: l’impiego di materiali riciclati e di sottoprodotti industriali aiuta a ridurre la dipendenza dalle risorse vergini, promuovendo il riutilizzo dei materiali;
- Migliorare la salubrità degli edifici e la qualità della vita degli occupanti: l’uso di materiali a bassa emissione di sostanze nocive e soluzioni costruttive sostenibili contribuisce a edifici più salubri e confortevoli;
- Stimolare l’innovazione ecologica e l’occupazione nei settori verdi: i CAM incentivano le aziende a sviluppare nuove tecnologie e soluzioni a basso impatto ambientale, favorendo la crescita dell’occupazione nel settore della sostenibilità;
- Razionalizzare i consumi della Pubblica Amministrazione: l’adozione di criteri ambientali negli appalti pubblici garantisce una gestione più efficiente delle risorse, riducendo sprechi e costi di esercizio.
I CAM Edilizia
I CAM per il settore edilizio sono definiti dal Decreto CAM Edilizia (D.M. 23/06/2022), al fine di promuovere la sostenibilità in tutte le fasi del processo edilizio. Il decreto è strutturato come segue:
- Criteri amministrativi: definiscono le modalità di attuazione delle politiche ambientali nelle opere pubbliche;
- Criteri di progetto: indicazioni per progettazioni che rispettino i principi di sostenibilità, efficienza energetica e sicurezza;
- Specifiche tecniche per i prodotti da costruzione: standard per l’uso di materiali e soluzioni che riducono l’impatto ambientale;
- Criteri di cantieri: linee guida per una gestione sostenibile durante le fasi di costruzione, con attenzione alla riduzione di rifiuti e inquinamento;
- Criteri e clausole per l’affidamento progettazione e lavori: prevedono che le imprese rispettino gli standard ambientali durante la realizzazione delle opere;
- Criteri premianti: LCA (analisi del ciclo di vita); specialisti; sistemi di gestione ambientale; materiali meno impattanti; distanze di approvvigionamento.
Aggiornamento del quadro normativo di riferimento
Con il Decreto Direttoriale n. 7 del 5 febbraio 2025, il MASE ha approvato la programmazione delle attività per l’aggiornamento e la definizione dei CAM per l’anno in corso. Questo conferma che, dopo l’introduzione del CAM Strade in vigore dal dicembre 2024, sarà presto disponibile un nuovo Decreto CAM Edilizia 2025, con importanti novità in tema di:
- Controlli sulla qualità dell’aria indoor, con l’introduzione di nuovi parametri per la ventilazione e la riduzione delle emissioni di VOC (composti organici volatili);
- Certificazione ambientale obbligatoria per i materiali da costruzione;
- Integrazione con il principio DNSH, con verifiche più stringenti sugli impatti ambientali negativi;
- Premialità negli appalti pubblici per chi adotta protocolli di certificazione energetico-ambientale come LEED, BREEAM, ITACA o protocolli equipollenti;
- Integrazione con il BIM, per garantire maggiore trasparenza e tracciabilità delle informazioni sui materiali e sulle prestazioni ambientali degli edifici.
I CAM Strade
Il decreto CAM Strade (D.M. 05/08/2024), invece, definisce criteri per garantire la sostenibilità ambientale delle infrastrutture viarie, migliorando durata, efficienza e impatto ambientale. Tra le novità:
- Sostenibilità ambientale dell’opera: l’Indice di Riflettanza Solare (SRI) deve essere superiore a 20 per le strade e a 29 per parcheggi, marciapiedi e piste ciclabili, contribuendo alla riduzione dell’effetto isola di calore;
- Efficienza funzionale e durata della pavimentazione: la pavimentazione deve garantire una durata minima di 20 anni per nuove realizzazioni e 5 anni per risanamenti superficiali, riducendo la necessità di interventi frequenti;
- Piano di manutenzione: è obbligatorio prevedere controlli periodici e documentare i materiali utilizzati, le specifiche tecniche e lo stato di degrado dell’infrastruttura, assicurando una gestione efficiente nel tempo;
- Riutilizzo del conglomerato bituminoso di recupero: per ridurre il consumo di materie prime vergini, il conglomerato bituminoso di recupero deve essere riutilizzato almeno per il 70% nei risanamenti profondi e per il 20% nelle nuove strade;
- Circolarità dei materiali da costruzione: è richiesta una percentuale minima di materiali riciclati nei diversi strati della pavimentazione, incentivando il riuso e riducendo l’impatto ambientale della costruzione stradale;
- Appalto lavori basato su studi LCA (criterio premiante): è premiata la riduzione dell’impatto ambientale in almeno tre categorie specifiche, con preferenza per materiali certificati con Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) rispetto a quelli privi di certificazione.
Indicatori LCA e GWP
L’analisi del ciclo di vita (LCA) di un edificio è uno strumento sempre più richiesto, sia nei protocolli volontari che nei CAM e nel principio DNSH (Do No Significant Harm). Questo è in linea con le direttive a livello europeo, dove l’LCA ha un ruolo rilevante, come evidenziato nel Framework Level(s) della Tassonomia Europea. In Italia, l’uso dell’LCA è ancora poco sviluppato e non sempre applicato correttamente. Per questo motivo, viene considerato un criterio premiante, che valorizza le scelte progettuali e costruttive più sostenibili.
La Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), o Direttiva “Case Green”, obbliga l’inclusione del GWP (Global Warming Potential) nella certificazione energetica APE degli edifici, a partire dall’8 maggio 2024. Gli Stati membri avranno tempo fino al 2026 per recepirla. Parte del pacchetto Fit for 55, la direttiva mira a ridurre le emissioni di gas serra e l’impronta di carbonio degli edifici, contribuendo agli obiettivi di sostenibilità dell’UE.