L’impatto dei cambiamenti climatici si riverbera in ogni ambito della vita quotidiana, sull’ambiente e su tutti gli elementi che ne fanno parte.
In questo senso, è dunque inevitabile che anche gli edifici ne siano in qualche modo coinvolti: con l’incremento delle temperature e la creazione di vere e proprie isole di calore urbane, degli sporadici ma violenti nubifragi, dei repentini cambi stagionali si rende necessario un nuovo approccio all’edilizia, che tenga conto di un pianeta impegnato ad attraversare una nuova metamorfosi.
Delle sfide che i cambiamenti climatici portano al settore costruttivo si è parlato, di recente, alla 7ª Conferenza Nazionale Passivhaus, organizzata dall’Istituto di ricerca ZEPHIR Passivhaus Italia, in partnership con l’Ordine degli Ingegneri di Torino, all’interno della 32ª Restructura, vetrina della riqualificazione e della ristrutturazione. Il focus dell’evento è stato, ovviamente, l’edilizia sostenibile nel suo concept più ampio, ma particolare attenzione è stata dedicata al rapporto tra il “nuovo clima” e la performance, durevolezza e sicurezza dei cosiddetti edifici resilienti.
La conferenza, che ha visto coinvolti oltre trecento professionisti, si è concentrata sull’esigenza sempre più pressante di applicare anche in Italia una “rivoluzione sostenibile” in ambito edile, attraverso buone pratiche in grado di individuare un perfetto equilibrio tra salute e benessere abitativo e resistenza e qualità degli immobili.
I criteri principali di un’edilizia che si adegua al cambiamento climatico
Le caratteristiche principali di un’edilizia orientata al futuro, ossia che prende in esame le complessità di un clima in costante cambiamento, sono molto precise:
- Massimo spazio agli edifici carbone-positive, in un perfetto connubio tra approcci sistemici all’energia ed efficienza architettonica
- Attenzione assoluta alla protezione, tutela e riparo degli abitanti degli edifici
- Utilizzo sempre più ampio dell’intelligenza artificiale per individuare i co-benefit tra progettazione dell’involucro edilizio, benessere e microclima
- Approccio Natural Based Solutions, ossia collaborazione tra strutture artificiali (edifici) e sistemi naturali così da generare il miglior grado di adattamento climatico e assorbimento delle emissioni
In definitiva, dunque, un’edilizia che tiene conto dei cambiamenti climatici è più green, più smart, più orientata al wellbeing sia di chi vive gli edifici che del pianeta nel suo complesso. Questo perché l’impronta ecologica tipica del settore è ancora troppo marcata, e deve essere alleggerita in modo intelligente e funzionale.
Resilienza, risparmio, adattamento e inquinamento ridotto sono soltanto alcune delle caratteristiche che ci si attende dagli edifici del futuro, che non soltanto dovranno essere in grado di contrastare efficacemente i costanti cambiamenti climatici, ma anche di non contribuire in modo massivo all’alterazione degli equilibri del pianeta. Un’edilizia dunque sempre più compenetrata con ciò che la circonda, meno inquinante, in grado di autoalimentarsi energeticamente attraverso fonti pulite, e capace di garantire altissimi valori di isolamento termico e acustico (ossia di benessere per gli abitanti).
Si passerà dunque da edifici totalmente energivori a costruzioni virtuose già in fase progettuale, ossia in termini di scelta dei materiali e modalità costruttive. L’obiettivo finale? Gli edifici passivi, i cosiddetti NZEB (Nearly Zero Energy Building), caratterizzati da prestazioni elevatissime e a impatto pressoché zero a livello ambientale.