Il termine “riqualificazione” è sempre più utilizzato relativamente al patrimonio immobiliare esistente. Di fatto, riqualificare un immobile significa restituirgli un adeguato valore commerciale intervenendo in modo puntuale per incrementare funzionalità e prestazioni.
In particolar modo in uno scenario in cui è sempre più centrale diminuire l’impatto ambientale dell’attività umana, gli interventi di riqualificazione degli edifici partono dal presupposto che proprio questi elementi architettonici sono responsabili di circa il 40% dell’inquinamento atmosferico in Italia (secondo quanto certificato da ENEA).
Già nel 2017, uno studio condotto da questo stesso organismo sottolinea come il settore immobiliare (residenziale e industriale) fosse una tra le industrie più inquinanti, e quindi con un notevole potenziale di miglioramento della performance.
La riqualificazione degli edifici: i concetti chiave e i vantaggi
Quando si parla di riqualificazione di edifici, industriali e non, bisogna sempre tenere a mente che ci si riferisce sempre a immobili esistenti, ossia a quel patrimonio immobiliare che necessita di interventi migliorativi.
Si pensi, in questo senso, che ben il 70% del patrimonio immobiliare italiano è stato edificato prima che le norme sul risparmio energetico e antisismiche entrassero e in vigore, e che nel nostro Paese esistono più di dodici milioni di edifici che hanno più di quarant’anni.
Il processo di riqualificazione di un capannone industriale o di qualunque immobile che abbia bisogno di un adeguamento normativo, strutturale o funzionale è complesso e articolato, risultato di progetti customizzati su ogni immobile e che sappiano tenere in considerazione la sua destinazione d’uso e le specifiche esigenze di chi dovrà occuparlo.
Riqualificare un immobile è un investimento estremamente vantaggioso sotto molteplici punti di vista.
Non soltanto rende l’edificio più sicuro nel caso di eventi sismici, ma contribuisce anche all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico (e dunque al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità stabiliti dall’Europa per il prossimo futuro) e a movimentare in modo virtuoso il settore delle ristrutturazioni e dei risanamenti, incrementando al contempo il valore di mercato dell’edificio su cui si interviene.
La riqualificazione (o adeguamento) antisismica dei capannoni industriali
Le normative in materia antisismica degli edifici sono disciplinate dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture del 14 gennaio 2008 – NTC08, il quale identifica sia i provvedimenti legati alla progettazione di nuovi immobili sia quelli alla gestione e all’adeguamento degli edifici esistenti.
In quest’ultimo caso, esistono tre diverse tipologie di interventi a cui è possibile sottoporre l’immobile:
- Operazioni di adeguamento antisismico da effettuarsi su un edificio al fine di raggiungere i livelli di sicurezza previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni.
- Interventi di miglioramento antisismico per incrementare la sicurezza strutturale esistente, senza necessariamente raggiungere gli standard richiesti dalle NTC.
- Interventi o adeguamenti locali per un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
Nel caso della riqualificazione antisismica di capannoni industriali o di qualunque altro tipo di immobile, sarà necessario prima di tutto effettuare una valutazione antisismica dell’edificio nei casi di:
- Sopraelevazione o ampliamento dei locali.
- Variazione di classe e/o destinazione d’uso con incremento dei carichi globali in fondazione superiore al 10%.
- Interventi strutturali per la trasformazione dell’immobile in un fabbricato diverso dal precedente.
In generale, le principali tecniche di riqualificazione antisismica terranno sempre in considerazione fattori chiave per pianificare le corrette modalità di intervento: dalla tipologia di costruzione (ad esempio monopiano o multipiano) fino alla tipologia di struttura portante (ad esempio in muratura o prefabbricata), dal tipo di fondazione su cui poggia l’immobile fino a, naturalmente, la sismicità del territorio in cui sorge.
Una volta identificate e chiarite queste discriminanti, l’impresa potrà operare con una varietà di interventi, quali il consolidamento delle muratore e i rinforzi con fibre di carbonio o materiali compositi, il risanamento e rafforzamento di eventuali strutture lignee e quello delle superfici e degli elementi in cemento armato, e via discorrendo.
La riqualificazione antisismica dei capannoni industriali per Magnetti Building
La riqualificazione dei capannoni industriali con particolare attenzione all’aspetto antisismico è uno dei servizi proposti da Magnetti Building, punto di riferimento nazionale per la qualità delle sue soluzioni.
L’obiettivo di Magnetti Building è intervenire sui capannoni preesistenti con adeguamenti mirati a rendere gli immobili più gradevoli esteticamente, più sicuri e naturalmente anche più efficienti dal punto di vista energetico.
Le opere di riqualificazione antisismica dei capannoni industriali potranno interessare modifiche interne o strutturali così come adeguamenti alle più recenti normative in termini di sicurezza, anche nell’ambito dell’efficientamento energetico. Tali interventi includono in genere:
- I tamponamenti smart, rivestimenti in acciaio o in alluminio resistenti al fuoco e dalle elevate prestazioni termiche ed energetiche.
- I tamponamenti easee, soluzioni innovative per la riqualificazione energetica di edifici particolarmente energivori costruiti prima del 1975: sono costituiti da pannelli prefabbricati alleggeriti isolanti in trm, un materiale composito dalla ridotta permeabilità, alta resistenza alla compressione, ottime prestazioni meccaniche.
- Gli interventi antisismici, eseguiti a partire dall’analisi dinamica dell’edificio, in funzione della sua anzianità, della normativa vigente al momento della costruzione, della classificazione sismica.
Oltre a quanto elencato, vanno poi incluse nel “pacchetto” proposto da Magnetti Building anche tutte le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio.