Gli interventi di adeguamento e miglioramento sismico dei capannoni industriali hanno l’obiettivo di aumentare la capacità di resistenza alle forze sismiche durante un terremoto. L’adeguamento sismico può richiedere l’installazione di elementi strutturali aggiuntivi, come tiranti, travi, pilastri o supporti supplementari, oltre alla sostituzione dei materiali di costruzione con alternative più resistenti alle sollecitazioni sismiche.
Pur avendo entrambi l’obiettivo di proteggere la struttura e le persone al suo interno da danni e lesioni, i due interventi presentano delle differenze significative.
Vulnerabilità sismica dei capannoni prefabbricati
L’Italia è un Paese con un rischio sismico piuttosto elevato e diffuso. Secondo la mappa sismica europea realizzata dai ricercatori di Share, un progetto finanziato dall’UE per monitorare la situazione sismica in Europa e nei dintorni, tra i paesi più esposti agli eventi sismici ci sono quelli della zona balcanica e mediterranea, inclusa l’Italia.
Nel dettaglio, la mappatura ha evidenziato come nelle zone più a rischio il numero di edifici industriali realizzati con normative obsolete che non consideravano l’azione sismica sia elevato. Questo significa che in caso di terremoto il danno economico sia considerevole, oltre che naturalmente esporre a un rischio elevato i lavoratori.
Per incrementare la sicurezza, a seguito di un’accurata valutazione del rischio sismico dei capannoni, è possibile procedere con interventi di adeguamento e miglioramento sismico, fondamentali per proteggere le persone e i beni presenti all’interno dei capannoni e per ridurre i danni in caso di terremoto.
Valutazione del rischio sismico dei capannoni
Per capire quando è necessario un intervento di adeguamento o miglioramento sismico, i principali aspetti da valutare sono
- L’anno di costruzione: nella maggior parte dei casi i capannoni costruiti prima del 2008 sono stati progettati e costruiti seguendo delle norme antisismiche non aggiornate e meno sicure rispetto a quelle di oggi. In genere, le strutture che hanno maggior bisogno di un miglioramento sismico sono i capannoni più vecchi, soprattutto quelli costruiti verso gli anni Ottanta, ovvero le strutture più obsolete e costruite senza ottemperare alla normativa antisismica;
- Le normative in vigore: le norme tecniche italiane attuali sono le NTC 2018. Le nuove “Norme Tecniche per le Costruzioni” sono allineate con il sistema di normative europee e con gli standard progettuali utilizzati nei Paesi ad alta pericolosità sismica a livello mondiale. Tali norme sono state profondamente migliorate a partire dalla pubblicazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) 3274 del 2003 e la seguente emanazione delle NTC 2008, da quell’anno norma improrogabile;
- La zona sismica in cui si trovano gli edifici: la potenziale esposizione a danni causati da eventi sismici è proporzionale alla zona nella quale il capannone è stato edificato. In Italia esistono zone che hanno un rischio sismico maggiore rispetto ad altre, infatti, tutti i comuni del territorio sono stati classificati a seconda del loro rischio sismico, attribuendo loro l’appartenenza ad una zona sismica specifica in base alla frequenza e all’intensità dei terremoti passati e prevedendo di conseguenza la necessità di applicare specifiche normative per la costruzione di edifici in funzione del rischio sismico.
Differenza tra adeguamento e miglioramento sismico di un capannone industriale
L’adeguamento sismico di un capannone prefabbricato mira ad allineare la sicurezza dell’edificio secondo la normativa vigente, mentre il miglioramento sismico mira ad eliminare le criticità principali senza però raggiungere gli standard richiesti oggi per un nuovo edificio.
Sebbene i termini possano apparire simili, la distinzione tra adeguamento e miglioramento sismico è sostanziale e comporta interventi differenti.
Si tratta di fattori che incidono in modo importante, dal costo di attuazione alla complessità dell’intervento. La valutazione di queste differenze è necessaria nel momento in cui si va a decidere quale intervento fare sul proprio capannone. Tra le principali differenze:
- Complessità del progetto: il progetto di un intervento di miglioramento sismico in azienda in genere è relativamente ristretto, in quanto comprende solo le parti del capannone che vengono rinforzate. Per quanto riguarda l’adeguamento sismico di un capannone, invece, il progetto è relativamente più complesso, poiché comprende l’intero edificio sul quale si va a lavorare. Nello specifico, il progetto dovrà essere riferito all’intera costruzione e dovrà riportare sia le verifiche locali dei singoli elementi, anche se interessano porzioni di struttura relativamente limitate, sia quelle dell’intera struttura post-intervento;
- Tipologia di intervento: l’adeguamento prevede interventi su strutture esistenti prefabbricate, progettate per raggiungere un livello di sicurezza sismica equiparabile a edifici più recenti, raggiungendo un livello di sicurezza il più elevato possibile in base a quanto previsto dalla normativa. Il miglioramento è invece una riduzione del rischio sismico espressa in percentuale rispetto al grado di sicurezza sismica obbligatorio per i capannoni prefabbricati costruiti dopo il 2008;
- Tempistiche interventi: variando la superficie sulla quale si opera varia anche la durata dell’intervento. Per quanto riguarda un intervento di miglioramento antisismico su un prefabbricato in genere si traduce in qualche settimana di lavori, mentre per quanto riguarda un adeguamento ci possono volere più mesi, se non un anno, per effettuare una riqualificazione sismica sull’intera attività produttiva;
- Costo interventi: essendo interventi di entità, dimensioni e tempistiche diverse, il costo sarà appunto proporzionale ad esse, dunque l’adeguamento antisismico costerà di più rispetto al miglioramento, logicamente perchè si avrà una mole di lavoro molto superiore aumentando la superficie di capannone sul quale intervenire.
Per legge, è obbligatorio effettuare un intervento di adeguamento sismico sul proprio prefabbricato in alcuni casi specifici, come sopraelevazioni, ampliamenti, cambi di classe o destinazione d’uso, trasformazioni strutturali significative o cambi di destinazione d’uso in edifici scolastici o ad uso IV. Il miglioramento sismico, invece, non è obbligatorio ma può essere effettuato anche in assenza delle condizioni previste per l’adeguamento.
Come rendere antisismico un capannone?
Gli interventi strutturali di adeguamento e miglioramento sismici devono avvenire nella maniera più uniforme e regolare possibile, motivando e giustificando ogni scelta progettuale. Gli obiettivi principali che di norma si prefiggono questi interventi sono:
- Riparazione dei danni presenti;
- Risoluzione di errori grossolani di progettazione ed esecuzione;
- Miglioramento della capacità deformativa dell’edificio;
- Riduzione delle masse;
- Riparazione e miglioramento dei collegamenti tra i vari elementi strutturali;
- Incremento della resistenza meccanica degli elementi strutturali;
- Miglioramento meccanico delle fondazioni.
Le tipologie di rinforzi antisismici e la modalità di intervento dipendono fortemente dalle caratteristiche dei capannoni e dal materiale di costruzione impiegato tra cui la muratura, il cemento armato e l’acciaio.
- Per le strutture in muratura gli interventi tipici riguardano il miglioramento del collegamento tra solai e pareti, riduzione delle spinte non contrastate e il rafforzamento delle pareti in presenza di aperture;
- Per le strutture in cemento armato gli interventi tipici sono il rinforzo strutturale, l’aggiunta di nuovi elementi resistenti e la trasformazione degli elementi non strutturali in elementi strutturali;
- Infine, per quanto riguarda le strutture in acciaio gli interventi che più tipicamente si eseguono sono il miglioramento della stabilità locale, il miglioramento dei collegamenti e dei dettagli costruttivi.
Obbligo di adeguamento sismico dei capannoni
Il D.lgs. 81/2008, altrimenti chiamato Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, stabilisce che il datore di lavoro deve valutare tutti i rischi presenti nel luogo di lavoro, compreso quello sismico, e adottare le misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori e la conformità della struttura alle norme tecniche vigenti. Queste norme sono le NTC 2018, che definiscono i criteri per la valutazione della sicurezza sismica e le modalità di intervento per il miglioramento o l’adeguamento sismico. A questo punto qualsiasi datore di lavoro, se non l’ha già fatto, dovrà:
- Valutare la vulnerabilità/sicurezza sismica della struttura ed eventualmente programmare interventi idonei in caso di criticità riscontrate (integrare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) con il rischio sismico);
- Redigere specifiche procedure di intervento in caso di emergenza sismica (integrare i Piani di Emergenza).
In tema di normativa, per la valutazione del rischio sismico nei luoghi di lavoro occorrerà prendere anche in considerazione alcune fondamentali “componenti del problema”:
- Pericolosità sismica;
- Vulnerabilità sismica;
- Esposizione.
Oltre all’allineamento burocratico, diventa inoltre fondamentale programmare e mettere in cantiere interventi di miglioramento e adeguamento sismico affidandosi a professionisti qualificati. La loro valutazione ti dirà come sta il tuo capannone, quali sono le sue debolezze e quali sono gli interventi più adatti per rinforzarlo o adeguarlo. Così, potrai garantire la sicurezza dei tuoi lavoratori e dei tuoi beni nel capannone industriale, e anche risparmiare soldi grazie alle detrazioni fiscali previste dalla legge.
Sismabonus: cos’è e chi ne può beneficiare
Il Sismabonus è una detrazione fiscale attraverso cui il legislatore mira a favorire il miglioramento sismico dei capannoni prefabbricati in cemento armato, strutture notoriamente labili alle sollecitazioni orizzontali (perdita di appoggio). Questa agevolazione è una grande opportunità per superare una severa criticità che riguarda ancora oggi la gran parte degli edifici produttivi.
L’agevolazione è riferita ai contribuenti persone fisiche (Irpef) e ai contribuenti soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società (Ires). Gli interventi possono essere realizzati su tutti gli immobili di tipo abitativo e su quelli utilizzati per le attività produttive, situati in zone sismiche 1, 2 e 3. Il Sismabonus viene concesso per interventi di adeguamento o miglioramento sismico e possono fruirne tutte le aziende di ogni settore e dimensione.
La detrazione fiscale per interventi sui capannoni industriali dipende dal grado di miglioramento ottenuto, valutato in base alla classificazione sismica ante e post intervento. La detrazione massima concessa per interventi locali di rafforzamento è del 85% con un tetto di spesa di 96.000 euro. La detrazione può essere usufruita in 5 rate annuali o tramite cessione del credito.